
Agostino Di Ciaula, Presidente del comitato scientifico di ISDE (International Society of Doctors for Environment), intervistato da Chiara Peli e Brigit Sanchez “Marketing Sociale APS”.
Chiara Peli: L’acqua è sempre più scarsa e sempre più contaminata, quali conseguenze ci possono essere per la nostra salute?
Agostino Di Ciaula: Siamo fatti soprattutto di acqua. Senz’acqua non potremmo vivere e la nostra salute dipende fortemente dalla salubrità dell’acqua. Ci sono però i cambiamenti climatici a ricordarci che l’acqua è l’elemento più fragile del pianeta.
Sono sempre più frequenti periodi di siccità; le conseguenze dei cambiamenti climatici sono evidenti in tutti i settori produttivi, il primo fra tutti quello alimentare, ed eventi climatici estremi possono portare significative alterazioni della salubrità dell’acqua e pericolose contaminazioni microbiologiche e chimiche.
Persino l’acqua che beviamo è a rischio: in Italia ci sono state recentemente numerose crisi igienico-sanitarie causate da contaminazioni con sostanze chimiche pericolose dell’acqua potabile, sostanze non soggette a controllo ordinario, come il tallio in alcune aree della Toscana, composti perfluoroalchilici in Veneto, composti organo-alogenati in Abruzzo, arsenico in Lazio, cromo esavalente in diverse regioni dell’Italia settentrionale, idrocarburi in alcune aree ad estrazione petrolifera della Basilicata, e amianto in alcune regioni italiane a causa della persistenza di vecchie tubazioni in cemento amianto; per non parlare dei pesticidi, ampiamente utilizzati nel nostro Paese.
Da ISPRA ci arrivano notizie sconfortanti: i pesticidi sono stati trovati in media nel 77% delle falde acquifere superficiali, in alcune regioni fino al 90% dei casi e in circa 1/3 delle falde acquifere sotterranee. Tutto questo inevitabilmente ha conseguenze sulla salute umana, soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione.
Brigit Sanchez: Cosa dobbiamo fare per mantenere salubre la nostra acqua?
Agostino Di Ciaula: cosa possiamo fare… Dobbiamo chiederci che cosa dovremmo fare e che cosa dobbiamo fare per mantenere salubre la nostra acqua. A ciascuno la propria responsabilità.
A livello globale, dovremmo rendere veramente efficace la guerra contro le emissioni di gas serra, fino ad ora gestita in maniera assolutamente inadeguata e dobbiamo farlo con la consapevolezza di non avere più tempo a disposizione.
A livello nazionale, dovremmo ridurre la contaminazione da fonti industriale, dovremmo migliorare i controlli sull’acqua potabile e la normativa di riferimento, inserendo sostanze ancora oggi assenti, che sfuggono ai controlli. Dovremmo anche definitivamente rinunciare all’utilizzo dei pesticidi e trovare soluzioni più sostenibili.
A livello individuale, dovremmo contribuire al rapido raggiungimento di questi risultati, con la consapevolezza che l’acqua salubre, bene comune, è un diritto inalienabile per tutti. Dobbiamo anche ricordare che la soluzione non è bere acqua confezionata, acqua in bottiglia, venduta nei grandi magazzini, che non è comunque priva di rischi: primo fra tutti il possibile contenuto in microplastiche e interferenti endocrini.
L’acqua deve restare pubblica e deve essere salubre. È da questi due principi che tutti quanti dovremmo ripartire.