Disuguaglianze: dal Titanic a Canning Town

Ricordate la storia del Titanic affondato nel 1912 con 2200 passeggeri, durante il naufragio ne morirono circa 1550. Con una differenza: in prima classe morì il 40% dei passeggeri mentre in terza classe l’86 % più del doppio. Si seppe soltanto dopo che il Titanic non aveva scialuppe per tutti e favorirono i passeggeri della prima classe. In questo caso la disuguaglianza è evidente e possiamo indignarci. 100 anni dopo le disuguaglianze sono aumentate  ma sono difficili da individuare.

Vediamo insieme qualche altro esempio di disuguaglianze dei nostri giorni, se andate a Londra e prendete la linea che va Westminster a Canning Town, nel quartiere di partenza l’aspettativa di vita è di 84 anni, al capolinea è di 80, ad ogni fermata si perde quasi un anno di aspettativa di vita. Il trend è uguale per uomini e donne.

Ora torniamo in Italia, a Torino, il risultato è identico, se prendete il tram e andate da un estremo all’altro della città l’aspettativa di vita alla nascita passa da 80 a 77 anni. Come se da un parte si vivesse ai tempi dell’EXPO e dall’altra ai tempi del rapimento Moro. Sicuramente se effettuate questa ricerca nella vostra città trovate risultati simili, ma purtroppo non sono abbastanza visibili/notiziabili per farci  indignare come nel caso del Titanic.

Un altro esempio vicino  a noi, una ricerca del Fondo Monetario Internazionale mostra che le principali epidemie in questo secolo hanno sempre aumentato la disuguaglianza di reddito e danneggiato la prospettiva di vita dei più poveri  e con  il  COVID-19 non sarà diverso.

La ricerca ha studiato il coefficiente di Gini, un indicatore per misurare la disuguaglianza, e all’indomani di una pandemia è sempre aumentato. I risultati mostrano che la disuguaglianza aumenta nonostante gli sforzi dei governi di ridistribuire i redditi dai ricchi ai poveri per mitigare gli effetti delle pandemie ed è collegata al livello di istruzione.

Chiudiamo con uno studio di Giuseppe Costa sul rapporto tra crisi economica e suicidi, vedete nella slide i casi di suicidio dopo la crisi del 2008. L’area grigia rappresenta l’eccesso di suicidi dovuto alla crisi rispetto al trend atteso. Ora che sappiamo, Zorba spera che lo studio sia utile ai nostri amministratori per prevenire il fenomeno prima che gli epidemiologi documentino l’ennesimo aumento di suicidi che avremo con la crisi economica dovuta al Covid-19.

               Per approfondire:

Italian Social Marketing Association

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